Desmond Dekker, oggi avrebbe compiuto 78 anni. Un nome, una voce che ha cavalcato le radici della scena fin dal principio. Incidendo la sua voce malinconica su strumentali immortali.
Desmond Adolphus Dacres, aka Desmond Dekker nasce all’inizio degli anni 40 a Kingston, Jamaica. L’indipendenza dalla corona inglese era ancora lontana. La Giamaica era ancora una colonia dell’impero britannico: un’impero che abbracciava nella sua morsa economica e sociale, innumerevoli stati sparsi per il globo. Proprio in questa realtà, nacque una delle voce più importanti della scena in levare giamaicana. E pensare che nel 1961, tentò un provino davanti a gente come Coxsone Dodd (Studio One) e Duke Reid (Treasure Isle). La sua voce fu bocciata.
Fu Leslie Kong, altro produttore di successo e proprietario della Beverley’s, ad accoglierlo sotto la sua gestione, dando inizio al suo promettente futuro come cantante.
E da qui la storia cambia. Completamente. In meno di 9 anni incide (oltre a tracce come King of Ska nda.) l’immortale “Israelites” che sbancò totalmente il mercato britannico, letteralmente inchiodandosi fra le prime posizione delle top charts per diversi mesi. Un successo clamoroso, che lentamente si espanse anche per tutto il mondo musicale all’epoca sempre attento più attento alle sonorità black.
La sua popolarità era alle stelle. Oramai era in cima, poi la caduta. Mister Kong, suo produttore, amico morì per un’infarto nel 1972 causando così di riflesso a Desmond un calo di popolarità non indifferente. La firma con Cactus Records, alcuni singoli troppo “Pop” e un’inchiesta del tribunale londinese per fallimento (terminata con una condanna nda.) tennero Desmond lontano sia dalle classifiche sia dai palchi e dalle produzioni più prestigiose.
L’ultimo disco registrato da Dekker fu, nel 1999, Halfway To Paradise, album che conteneva alcune cover (come The Lion Sleeps Tonight dei The Tokens, intitolata in quest’album Wimoweh, e Jamaica Farewell, The Banana Boat Song e Island In The Sun di Harry Belafonte) e brani originali.
Dopo alcune apparizioni su alcuni palchi europei l’epilogo della sua vita artistica avvenne in Italia, a Roma con un concerto incredibile. Gente in ovazione completa. Il canto del Cigno. Da lì il mondo, non avrebbe mai più rivisto sotto le luci del palco mister Dekker. Morì il 25 maggio del 2006 nella sua casa di Thornton Heath a Londra, all’età di 64 anni. Si stava preparando per partecipare ad un festival a Praga.