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  • Tunes
  • Arrangiamento
  • Suoni
  • Voto Zion Street
4.1

Riassunto

Difficile riassumere in poche righe Ghetto Cycle. Sarebbe da incoscienti parlare in poche battute di un disco come questo, ricco di sfumature e di modernità sonora. Sì, perchè dosare gli ingredienti di una ricetta creando così varianti rispetto a quella originale, fa di te qualcuno o qualcosa che può dire e lasciare il segno. Questo è O.B.F.

Il primo appuntamento con il primo full length targato O.B.F. non delude e sorprende. Corre veloce, moderno e fresco. Mai scontato. La voce di Charlie P, compagno d’avventura del producer francese, racconta storie ed incalza con un flow dai tratti morbidi ed avvolgenti.

Non è facile lanciarsi in un’avventura discografica da quasi 1 ora di musica (per l’esattezza 55 minuti nda.). Specie se nella tua discografia trovi solamente riddim e singoli sparsi. Certo non stiamo parlando di miccette da capodanno ma bombe a mano come la serie Wild e molti altri (come non citare Sixteen Tons of Pressure, recentemente ristampato in vinile 7 pollici nda.), ma un album è sempre un azzardo nel mondo della Dub Music.

 

 

Spesso ci si rinchiude in pochi minuti. 10 minuti, massimo 15 per chiudere main version e versione strumentale. Invece era il momento. Era il momento per O.B.F. di rappresentare in un viaggio musicale cosa sapesse fare. Ghetto Cycle ci accoglie con ritmi morbidi che richiamano alla Reggae Music. Fra Drums leggere e sezioni di fiati decisamente jamaican style come in Policemen. Sweet Reggae Music è semplicemente un inno. Charlie P? Sì presente in tutto il disco, accompagnando i riddim del producer made in France. E li accompagna a suo modo, come ci si aspetta: morbido, veloce nel chiudere le rime quando necessario, melodico quando serve, corale. I suoni sono pressoché perfetti. Dura da farcelo dire, ma tutto risulta equilibrato, scaldato al punto giusto dal analog style senza essere però conservatori nel suono. Reality ci apre al mondo della Dub Music made in O.B.F.: la kick drum detta il tempo, il piano scandisce il levare, percussioni ma soprattutto la performance sublime di Charlie P è fondamentale portando così la tunes verso altri pianeti, lontani dal solito MC incazzato nero che te la manda a dire alla velocità della luce.

 

No. Qui i ritmi sono molleggiati, lentamente romantici. La simpatica My Introduction apre però le porte alla sfuriata incastonata nel disco: Time.

 

Prova ad immaginarti preso e catapultato su un ring, contro un pugile grosso quanto basta per mandarti al tappeto anche solo con lo sguardo. Il gioco Kick-Snare è micidiale. Un destro-sinistro da pugile. Charlie P cavalca il tutto con sublime precisione, manco fosse un cecchino. Interessante a livello sonoro come il rullante che detta il tempo assieme alla cassa, sia metallico, riverberizzato molto “in room”. Sicuramente una firma sonora interessantissima.

Riprendersi da Time non è facile, anche perchè poche tunes più in là appare Dubplate Specialist. Il digital appare come una boccata d’ossigeno e allo stesso come una lama che scalfisce il muro di bassi proposto. Charlie P si incupisce, si rende nero, tagliente. Il morbido MC di qualche tunes sparisce e come in Dottor Jackie e Mister Hyde appare il male. Aggressivo. Abbatterlo sarebbe quasi impossibile.

Struggling è una tunes interessante sul quale soffermarsi per un secondo. Una piccola perla incastonata a fine viaggio. I ritmi diventano decisamente Hip Hop. Una svolta verso le sonorità più morbide in quella terra di nessuno splendida dove stili musicali si incrociano e non si sa cosa ne può saltar fuori. Beh, questa è Struggling. Un brano tuff. Da ascoltare con attenzione.

 

 

Chiude la title track “Ghetto Cycle”. Sublime. Charlie P ci racconta la sua storia. Una storia dura, ammorbidita da una strumentale quasi Horror Rock Show. Il basso intona a ciclo una melodia che ricorda a tratti il campionato sonoro di Sixteen Ton Of Pressure. Più morbida, ma il senso è quello. Qui si molleggia piano, si balla con calma. Respirando le sonorità fino in fondo, come se fosse l’ultimo tiro. Tutto si spegne e ti viene solamente voglia di far ricominciare tutto da capo.

Fanne un’altra.

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